"E' disumano che venga ridotta alla fame un'intera popolazione, dai bambini agli anziani: l'esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all'azione degli organismi internazionali per la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone". Parla davanti agli ambasciatori accreditati in Italia il Presidente Mattarella alla vigilia della Festa nazionale del 2 giugno e affronta senza ambiguità la questione Gaza. Le sue parole pronunciate alla presenza della premier Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, intendono allineare la posizione dell'Italia a quella dei grandi Paesi europei che da qualche settimana premono sul governo di Benjamin Netanyahu affinché faccia tacere le armi e consenta l'ingresso degli aiuti umanitari necessari nella Striscia di Gaza. Dopo tante, troppe timidezze manifestate dal governo, dalla presidente del consiglio in primis, quelle del capo dello stato sono parole nette, non suscettibili di interpretazioni: "I palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi", ha detto Mattarella richiamandosi al principio di "due popoli due Stati". Per Mattarella utilizzare la fame di bambini ed anziani come strumento di guerra è inaccettabile e Israele non può rifiutarsi "di applicare le norme del diritto umanitario ai cittadini di Gaza". E non mancano parole anche su quanto sta avvenendo nella Cisgiordania occupata e delle continue colonizzazioni: "è grave l'erosione di territori attribuiti alla Autorità Nazionale Palestinese. L'occupazione illegale di territori di un altro paese non può essere presentata - argomenta - come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio della barbarie nella vita internazionale". Parole queste ultime lette anche come un riferimento all'Ucraina e una critica all'azione della Russia.
Il suo discorso non ha inoltre mancato di sottolineare quanto l'attacco del 7 ottobre di Hamas sia stato disumano e "sanguinario" e quanto sia forte la preoccupazione per il moltiplicarsi di fenomeni di antisemitismo in tutto il mondo. "L'ordine mondiale che abbiamo conosciuto per decenni appare compromesso - ha detto ancora-. I tempi sono bui e non ci si può permettere di approcciare i problemi di questa portata con superficialità. La pace è esperienza che statisti lungimiranti hanno saputo pazientemente costruire. Occorre proseguirne l'opera. Non ci si deve - e non ci si può -limitare a evocarla. È necessario impegnarsi perché prevalgano i principi della leale collaborazione internazionale, della convivenza pacifica, realizzati mediante il dialogo, la costruzione di misure crescenti di fiducia vicendevole".