Referendum 8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza: i quesiti e le ragioni del Si e del No

L’8 e il 9 giugno, urne aperte in tutta Italia per consentire ai cittadini italiani che lo vorranno di pronunciarsi su cinque quesiti referendari: quattro in tema di lavoro promossi dalla Cgil e da altre associazioni ed uno, promosso da +Europa, teso a dimezzare i tempi per poter richiedere la cittadinanza italiana. 

Si vota domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Si tratta di referendum abrogativi e pertanto affinché il loro esito sia considerato valido, è necessario che sia raggiunto il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto al voto.

fac simile schede referendum 2025

I promotori dei quesiti:

Lavoro - Maurizio Landini (Cgil)

© Marco Merlini / CgilRoma, 17 giugno 2019Centro Congressi FrentaniIniziativa Cgil e Fillea Cgil ‘Per un vero sblocca cantieri. Una proposta di politica industriale di sistema’Nella foto  Maurizio Landini  

Cittadinanza - Riccardo Magi (+ Europa)

magi

I quesiti:

1 - Jobs act (scheda verde)
Il referendum è stato promosso dalla Cgil e punta a superare alcune delle modifiche introdotte dal Jobs Act, la discussa riforma del lavoro approvata dal governo Renzi nel 2014. Oggi, salvo eccezioni, un lavoratore assunto dopo il 7 marzo 2015 all’interno di un’impresa medio grande, se licenziato illegittimamente, ha diritto soltanto a un indennizzo economico.
Sulla scheda troveremo scritto: “Contratto di lavoro a tutele crescenti- disciplina licenziamenti illegittimi: abrogazione” e subito sotto la domanda con la legge che si chiede di eliminare.

2 – Licenziamenti e relativa indennità piccole imprese (scheda arancione)
Attraverso il quesito, i promotori del quesito chiedono di togliere il limite di sei mensilità al risarcimento che viene riconosciuto al lavoratore ingiustamente licenziato e di lasciare al giudice la valutazione, caso per caso, di quanto deve essere risarcito il lavoratore.
Sulla scheda troveremo scritto: “Piccole imprese - Licenziamenti e relativa indennità - Abrogazione parziale”

3 - Precariato sul lavoro (scheda grigia)
Il tema affrontato dal referendum è quello dei contratti a tempo determinato. Chi lo promuove chiede di cancellare la norma che consente di non motivare contratti a termine per i primi dodici mesi. Se vincesse il sì, i datori di lavoro tornerebbero ad avere l’obbligo di motivare fin dall’inizio, il perché del ricorso a un contratto a tempo determinato.
Sulla scheda troveremo scritto: “abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”.

4 - Sicurezza sul lavoro (scheda rossa)
Il referendum è teso a fare si che in caso di infortuni sul lavoro, anche il committente, insieme all'appaltatore, possa essere chiamato a rispondere. Si intende così tutelare maggiormente i lavoratori che in caso di infortunio, si confrontano con imprese appaltatrici fallite e irreperibili.
Sulla scheda troveremo scritto: “Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione”.

5 - Cittadinanza italiana (scheda gialla)
Obiettivo dei promotori è di dimezzare da 10 a 5 anni il tempo il tempo necessario per gli stranieri extracomunitari maggiorenni per richiedere la cittadinanza italiana.  Sulla scheda troveremo scritto: “Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”.

Scopri di più sui quesiti

Le posizioni in campo:
I partiti della maggioranza di governo sono contrari ai Referendum e ai loro propositi. Con la sola eccezione di Noi Moderati che dice di andare comunque a votare, spingono per il non voto per fare fallire i referendum stessi, al di là di cosa diranno gli italiani che si recheranno alle urne.

Manlio Messina (FdI) 

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Nell’opposizione, Pd e Avs sono per il Si a tutti e 5 i referendum. Per il Si su quelli sul lavoro anche il M5s, Sulla cittadinanza, mostrando perplessità, il partito di Giuseppe Conte lascia “libertà di coscienza”.

Elly Schlein (Pd)

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Si sulla cittadinanza da parte di Italia Viva e Azione e No sui referendum sul lavoro.

Matteo Renzi (Italia Viva)

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